SOLIDALI CON CHI LOTTA, PER IL LAVORO E PER LA DIGNITA’: CONSEGNATI 1.200 EURO AI LAVORATORI DELLA TMM
Lunedì scorso alcuni rappresentanti della Rete per l’Economia Solidale della Valdera si sono recati presso il presidio dei lavoratori della TMM per consegnare i contributi raccolti con l’iniziativa di solidarietà lanciata il 10 gennaio scorso; un risultato al di sopra delle aspettative, con ben 1.200 euro raccolti in solo due settimane, segno evidente di quanto questa lotta sia sentita in tutta la Valdera (e non solo). La consegna dei contributi è stata anche l’occasione per scambiare due parole con i lavoratori presenti al presidio, ripercorrere la loro storia e le eventuali prospettive di questa vicenda; e apprendere una grande lezione di dignità.
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La stufa a pellet è accesa, a riscaldare un tendone spartano ma accogliente. Da una parte alcuni tavoli e sedie per accogliere i tanti (lavoratori, rappresentanze sindacali e istituzionali, ma anche persone comuni) che in tutti questi mesi sono venuti a manifestare la loro vicinanza. Da un’altra parte alcuni generi alimentari ed una macchinetta del caffé, utile per scaldarsi e tenersi svegli; il tendone viene presidiato a turno dai lavoratori giorno e notte, in modo da avvisare prontamente gli altri nel caso di blitz improvvisi da parte della proprietà. Ad oggi sono stati già fatti due tentativi in questo senso, ma la compattezza e la determinazione dei lavoratori ha impedito lo svuotamento della fabbrica.
Questo è l’ambiente che ci ha accolto ieri pomeriggio, quando in rappresentanza della Rete per l’Economia Solidale della Valdera ci siamo recati al presidio dei lavoratori della TMM per consegnare il frutto dell’iniziativa di solidarietà a loro favore lanciata lo scorso 10 gennaio: in sole due settimane sono stati raccolti 1.200 euro, donati da G.A.S., associazioni, e singoli cittadini che si riconoscono nella rete. Serviranno per continuare a mantenere in vita il presidio ed aiutare la sacrosanta lotta di queste persone.
UNA LOTTA PER IL LAVORO E PER LA DIGNITA’
“Anche nel 1998 l’azienda fece alcuni licenziamenti, ma erano altri tempi e nel giro di pochi mesi tutti trovarono un nuovo lavoro. Ma oggi per noi fuori di qui la speranza di trovare lavoro è nulla, anche perché molti di noi sono ‘troppo giovani per la pensione e troppo vecchi per trovare un nuovo lavoro’. L’unica nostra possibilità è resistere qui”. Chi parla è Cristina Parola della RSU dei lavoratori TMM. Che ci racconta anche le modalità beffarde con le quali si è arrivati alla chiusura della TMM il 4 agosto dello scorso anno.
“Da ormai 6 mesi lavoravamo a pieno ritmo, all’inizio eravamo contenti ma ci siamo cominciati ad insospettire quando abbiamo visto che alcune lavorazioni venivano trasferite altrove. Abbiamo chiesto conto alla proprietà (la CSL S.p.A., con sede a Torino) e abbiamo indetto due scioperi all’inizio di agosto, ma fino all’ultimo ci hanno garantito che non avevano intenzione di chiudere l’azienda“. Prosegue un altro lavoratore: “Ci dicevano che dovevamo essere contenti che il lavoro c’era, e noi in effetti lo eravamo perché finalmente avevamo buste paga dignitose“.
MERCE O MACCHINARI, NON PERSONE
Il 4 agosto, invece, l’amara sorpresa; catene, lucchetti e nuove serrature a sbarrare l’ingresso dello stabilimento che sorge in Viale Africa a poche centinaia di metri dalla Piaggio. E 85 operai che d’improvviso si ritrovano senza lavoro. “Abbiamo capito, quindi” prosegue Cristina “che in realtà avevano deciso di chiudere l’azienda già da sei mesi. Ci hanno fatto lavorare come matti semplicemente per creare delle buone scorte di magazzino da vendere a Piaggio Spa. I nostri sospetti erano ben fondati, nonostante questo ci hanno tenuto nascoste le loro reali intenzioni per poter continuare a spremerci“.
Trattati come merce o, peggio, come uno qualsiasi dei macchinari che da anni in quello stabilimento producono marmitte ed altri componenti di motori. Proprio quei macchinari che i lavoratori con il loro presidio stanno cercando di difendere a tutti i costi. “Fino a che non sarà stato vagliato anche l’ultimo percorso possibile, non accetteremo che la fabbrica venga svuotata dai macchinari; altrimenti si perderebbe qualsiasi speranza di poter ripartire con la produzione”, aggiunge un altro lavoratore.
PROSPETTIVE E PERCORSI POSSIBILI
Chiediamo a Cristina quali sono le strade possibili ad oggi per una possibile riapertura della fabbrica: “Purtroppo l’imprenditore di Firenze che a dicembre sembrava interessato a rilevare l’azienda, si è tirato indietro. Nelle scorse settimane si è fatto vivo però un altro imprenditore di Milano, stiamo cercando di capire il suo reale interesse. Nel frattempo stiamo anche vagliando la possibilità di formare una cooperativa che rilevi direttamente l’azienda e possa riavviare la produzione“.
Percorsi non semplici, certamente; ma comunque possibilità da vagliare per le quali sono necessari tempi adeguati. Per questo i lavoratori chiedono con forza che la proprietà ed il liquidatore Roberto Dell’Omodarme, non frappongano ulteriori ostacoli a questi legittimi tentativi. “Già nella vicenda dell’imprenditore fiorentino che si è ritirato prima di Natale abbiamo dubbi sul ruolo da loro svolto. Inoltre sono inaccettabili ed offensive per i lavoratori le dichiarazioni pubbliche che Dell’Omodarme ha rilasciato alla stampa recentemente“. Per non parlare di altri recentissimi fatti gravi: “Abbiamo scoperto nei giorni scorsi che la TMM sta pagando il salario solo ai lavoratori che non partecipano al presidio. Una discriminazione gravissima, che perseguiremo per vie legali“.
UNA SOLIDARIETA’ SENZA CONFINI, NE’ ETÀ
Ma oltre alla rabbia ed alla tristezza dovuti alla loro difficile situazione, i lavoratori TMM in questi lunghi mesi di presidio hanno potuto vivere anche momenti emozionanti, legati soprattutto alla straordinaria solidarietà ricevuta da istituzioni e sindacati, ma anche da associazioni e semplici cittadini. “Uno dei momenti più commoventi“, continua Cristina, “l’abbiamo vissuto nei giorni precedenti le festività natalizie. Un signore di quasi novant’anni, che camminava con difficoltà e non riusciva neanche a salire il gradino per entrare nella tenda, si è fatto accompagnare qui per donarci un panettone e augurarci buone feste. Per non parlare dell’emozione che abbiamo provato sabato scorso al corteo a Pisa contro tutti i fascismi, quando ci hanno chiamato a parlare dal palco e tutta la piazza ci ha applaudito. Sono queste le piccole cose che ci danno forza e ci aiutano ad andare avanti“.
GRAZIE
La chiaccherata finisce, consegniamo i soldi raccolti e ce ne andiamo. Con una certezza in più: questi coraggiosi lavoratori non stanno lottando solo per il loro posto di lavoro. Lottano anche per difendere e rivendicare la loro dignità, che non può essere schiacciata dalle maledette logiche del profitto. E nel farlo, con passione e tenacia, stanno dando una grande lezione a tutti noi che, in vario modo, crediamo nella necessità di un’economia diversa, nella quale i bisogni degli esseri umani vengano prima delle logiche del mercato.
Ci ringraziano per il contributo che gli abbiamo portato. Ma siamo tutti noi a dover ringraziare loro.
Chiunque volesse contribuire alla lotta dei lavoratori TMM può recarsi direttamente al presidio; anche semplici donazioni, economiche e/o alimentari, possono essere importanti per sostenere la loro battaglia.
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Continueremo anche nelle prossime settimane a pubblicare,
su QUESTA PAGINA, gli aggiornamenti sulla vicenda TMM.
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30/01/2018