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PROROGATE LE CONCESSIONI DELL’ACQUA, ADDIO RIPUBBLICIZZAZIONE

31 ottobre 2018

di Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua

L’Autorità Idrica Toscana ha prorogato le concessioni per la gestione dei servizi idrici ad Acque Spa (territorio di Pisa ed Empoli) e ASA Spa (Livorno) fino addirittura al 2031, con la votazione di tutti i Sindaci presenti eccetto quattro. E una proroga è in vista anche per Publiacqua Spa (Firenze, Prato, Pistoia). In barba al referendum del 2011, i Sindaci toscani hanno deciso di mantenere l’acqua sottoposta al mercato ancora per vari anni. Altro che ripubblicizzazione.

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Venerdì 26/10 l’Assemblea dell’AIT ha dato il via libera alla proroga delle Concessioni di Acque Spa e ASA fino al 2031. Approvazione di tutti i sindaci presenti, eccetto quattro astensioni: San Sepolcro, Siena, Manciano e Grosseto. Nessun Amministratore dal territorio gestito da Acque Spa si è peritato di motivare la scelta; mentre lo ha fatto per ASA, con un doppio intervento, il sindaco di Livorno rifacendosi alla solita litania degli investimenti necessari.

Sì, prolungare i tempi per consentire di effettuare gli investimenti, spalmando i debiti contratti su periodi più lunghi, e riducendo così l’aggravio sulle bollette…Il refrain viene snocciolato con apparente grande convinzione. Poi, in maniera rocambolesca Nogarin dichiara di essere a favore della ripubblicizzazione dell’acqua, e che il suo modello è ABC di Napoli. Peccato che il Sindaco partenopeo abbia avviato la ripubblicizzazione all’indomani del referendum, mentre il Sindaco labronico la rimandi al 2031, ossia venti anni dopo il referendum popolare.

E che dire della sua ripetuta indicazione di ASA come la “mia azienda”? Pensa davvero che aver nominato due “amici” alla presidenza della società e alla presidenza del consiglio di sorveglianza significhi averne in mano la gestione? E, allargando l’orizzonte al Bel Paese, si è accorto Nogarin che il suo partito ha varato un progetto di legge sulla ripubblicizzazione dell’acqua che va in direzione diametralmente opposta a quella da lui assunta?

Ma la vera “sorpresa” dell’Assemblea AIT è stata la notizia del previsto allungamento al 2024 della concessione a Publiacqua, nonostante l’argomento non rientrasse tra i temi all’odg. Pistoia ha dato fiato alle trombe nel consesso; del resto Firenze mancava e Prato ha taciuto. In effetti, il capoluogo regionale per bocca del sindaco Nardella, aveva già scelto la piazza mediatica per lanciare in pompa magna lo spot elettoralistico: si proroga al 2024, si tengono bloccate le tariffe e si ripubblicizza alla nuova scadenza!

Che strano, ancora una promessa di ripubblicizzazione quando in realtà si bada solo a procrastinare un modello pubblico/privato di gestione dell’acqua, il cui fallimento è conclamato: il cosiddetto modello toscano. E strano si scopra la via della ripubblicizzazione proprio a fine mandato, come è per Firenze e Prato, andando a blindare scelte che avranno effetti solo dopo le prossime elezioni.

Strano si parli di ripubblicizzare e nello stesso tempo si passi a piè pari sui principi ispiratori dei referendum, lasciando che il bene comune per eccellenza resti sottomesso alle leggi di mercato: che si tratti di sostituire il socio privato con uno pubblico, oppure si intenda costituire una società in house a capitale interamente pubblico, l’azienda resta in ogni caso soggetta al diritto privato, con ciò che ne consegue.

Strano che l’intento di ripubblicizzare in senso democratico e partecipativo, come espresso dalla volontà popolare, si traduca per gli Amministratori di turno nell’evitare che qualsiasi decisione, compresa quella sulla proroga delle concessioni, passi in precedenza dai Consigli Comunali; per non dire di una giusta e doverosa consultazione dei cittadini su determinate questioni. Strano sbandierare la volontà di ripubblicizzare insieme all’intento di far rimanere gli utili in Toscana, quando qualsiasi profitto sull’acqua è stato bandito dal referendum del 2011.

Riteniamo particolarmente grave che l’orizzonte della quasi totalità dei politici/amministratori sia comunque e sempre racchiuso nei limiti della convenienza economico-finanziaria. La loro aspirazione più forte sembra essere quella di vestire i panni manageriali e trasformare il pubblico in investitore. E inaccettabile si conferma la distanza misurabile in anni luce da quella gestione del bene comune auspicata da milioni di cittadini. Perché è questa la sola e vera ripubblicizzazione che vogliamo!!!

30/10/2018

da www.forumacquavaldera.it

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