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L’AMBIENTE E GLI ASSASSINI DI FUTURO IN UN MONDO DI PLASTICA

8 giugno 2018

alt="L'ambiente e gli assassini di futuro"di Remocontro

Giornata mondiale dell’ambiente. Quest’anno lotta contro la plastica monouso. I rifiuti di plastica infatti sono quelli che più inquinano, soprattutto il mare; stato stimato che la sola isola di plastica del Pacifico ha triplicato le sue dimensioni nel giro di pochi anni. La sensibilità verso questo problema aumenta, ma c’è ancora tanto da fare.

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Assassini di futuro, politica di plastica

L’ambiente e gli assassini di futuro: il mondo si sta mobilitando per darsi da fare per rinunciare all’usa e getta che rappresenta l’84% dei rifiuti sparsi tra mare e litorali, contro il 16% della plastica riciclabile. Risultati immagini per L’ambiente e gli assassini di futuro in un mondo di plasticaCon divieti, iniziative locali, mobilitazioni sul territorio che vedono i cittadini coinvolti in prima linea. E in Italia? Coldiretti con i dati Eurobarometro alla mano, più di tre italiani su quattro (76%) hanno ridotto l’impiego di sacchetti di plastica.

Si tratta di un comportamento virtuoso diffuso in realtà in tutta l’Unione Europea dove la percentuale media sale all’80%. In Italia il 27% dei cittadini ha anche evitato di acquistare oggetti di plastica monouso come piatti, bicchieri o posate mentre ben il 68% ritiene addirittura che sarebbe opportuno pagare un sovraprezzo per questi prodotti.

‘Plastic Radar’

Secondo il nuovo dossier di Legambiente Beach Litter 2018, in Italia vi sono circa 620 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia, 4 per ogni passo. E tra questi 8 su 10 sono di plastica. Qualche segnale di miglioramento, soprattutto da parte delle istituzioni, è arrivato. L’Italia ha messo al bando i cotton fioc non biodegradabili dal 2019, mentre dal 2020 non potranno più essere utilizzate le microplastiche nei cosmetici.

Risultati immagini per Legambiente Beach Litter 2018Meglio l’Europa. Il 28 maggio scorso, la Commissione Ue ha reso note le nuove norme comunitarie per ridurre i rifiuti marini vietando l’utilizzo dal 2019 di svariati prodotti monouso in plastica. Tra questi: cotton fioc, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande, aste per palloncini, di cui potranno essere commercializzate solo le alternative sostenibili.

Barbari oceanici

Secondo il Programma per l’Ambiente dell’Onu (Unep) “ogni anno vengono riversati negli oceani ben 8 milioni di rifiuti plastici”. “Ogni minuto nel mondo vengono acquistate 1 milione di bottiglie di plastica e solo una piccolissima parte di queste viene riciclata”.

Il problema tocca da vicino anche l’Italia. Risultati immagini per unepDa recenti indagini condotte da Legambiente con ‘Goletta Verde’ è emerso che “il 96% dei rifiuti galleggianti nei nostri mari è plastica. Una densità pari a 58 rifiuti per ogni chilometro quadrato di mare con punte di 62 nel mar Tirreno”. Tra i rifiuti più comuni sono stati individuate buste (16,2%), teli (9,6%), reti e lenze (3,6%), frammenti di polistirolo (3,1%), bottiglie (2,5%). In tutto il mar Mediterraneo parla di almeno 250 miliardi di frammenti di plastica”.

Riforme tartaruga

L’ecosistema marino. Rischiano l’estinzione le tartarughe, con l’apparato digerente pieno di cannucce, tappi, buste, reti, involucri e residui vari. E in Kenya, a Watamu, gli ambientalisti cercano di sensibilizzare i residenti sul problema e c’è una clinica dove si cercano di curare decine di esemplari marini che hanno ingerito questi rifiuti.

Le tartarughe che stanno male si riconoscono subito. “Di solito accade che, se una tartaruga mangia qualcosa di artificiale che non può digerire, l’apparato digerente si blocca e il cibo inizia a fermentare e a produrre gas e la tartaruga galleggia”. A Watamu ogni settimana volontari ripuliscono le spiagge e la clinica organizza campagne di sensibilizzazione, anche collaborando con le scuole, per insegnare ai bambini a prendersi cura e a salvare gli animali marini in pericolo.

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Pulizia dele spiagge a Watamu.

Ecologia miliardaria

Una carriera nell’industria farmaceutica, poi la svolta ambientalista e l’idea che l’ha portata a mettere in piedi la più grande azienda di stoviglie e packaging alimentare “eco” di tutta l’India. Rhea Singhal, 36enne di Nuova Delhi, è il simbolo della lotta ai rifiuti di plastica che stanno soffocando la Terra. Singhal aveva 27 anni, una laurea in farmacologia e un lavoro nel marketing di un’importante casa farmaceutica, la Pfizer, quando ha deciso di cambiare rotta alla sua vita.

Nel 2009 ha fondato Ecoware, una società che produce piatti, bicchieri, vassoi e contenitori per il cibo con una caratteristica comune: sono biodegradabili al 100%. Al posto della plastica l’azienda usa biomasse, in particolare gli scarti agricoli che, se non fossero riciclati, sarebbero bruciati nei campi a fine raccolta. Questi prodotti, quando non servono più si buttano nel secchio dell’umido. Ecologica e miliardaria.

5/06/2018

da www.remocontro.it

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