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I NUMERI DEL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE IN ITALIA, BOTTEGA PER BOTTEGA

18 maggio 2019

di Ilaria Sesana

Presentato il rapporto annuale di “Equo garantito”. La rete, formata da 72 soci, ha generato nel 2018 un fatturato di oltre 71milioni di euro. Oltre 200 botteghe e 523 lavoratori (al 65% donne). Un quadro “in piena evoluzione”, per il presidente Giovanni Paganuzzi.

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Sono più di 200 le botteghe del commercio equo e solidale attive in tutta Italia dove sono impiegati 523 lavoratori (al 65% donne) e sono attivi più di quattromila volontari. Una realtà economica che – nonostante le difficoltà e le sfide poste dai cambiamenti al mondo del commercio – ha generato nel 2018 un fatturato di 71.234.197 euro grazie all’attività dei 72 soci che aderiscono alla rete di “Equo garantito” che oggi a Milano ha presentato il Rapporto annuale 2019 in vista della Giornata mondiale del commercio equo e solidale che si celebra domani, sabato 11 maggio.

Risultati immagini per NUMERI DEL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE IN ITALIA“I dati di questo rapporto ci raccontano di un commercio equo e solidale che se nel complesso vende un po’ meno (un decremento del 2,64% del fatturato aggregato) è però in piena evoluzione”, scrive il presidente di Equo Garantito, Giovanni Paganuzzi, nella prefazione. “Rispetto alle vendite medie per organizzazione e alle vendite medie per punto vendita, i numeri indicano una crescita, modesta forse, ma decisamente in controtendenza rispetto all’andamento della distribuzione italiana nel medesimo periodo”, scrive ancora Paganuzzi. I dati Istat attestano per il 2017 una generale flessione delle vendite al dettaglio dello 0,8% rispetto all’anno precedente.

Un ulteriore elemento positivo viene dal secondo rapporto sul consumo responsabile in Italia, pubblicato lo scorso novembre dall’Osservatorio internazionale per la coesione e l’inclusione sociale. Tra il 2002 e il 2018 la percentuale di italiani che dichiara di aver fatto scelte di consumo responsabile è passata dall’11,3% al 30,3%. Le persone che hanno acquistato (anche solo sporadicamente) generi del commercio equo e solidale sono passate dal 16,3% al 37,3%, mentre la percentuale di persone che ha ispirato le proprie scelte di consumo pensando ad un principio di sobrietà è quasi quintuplicata: dal 10,5% registrato nel 2002 si passa al 51,7% nel 2018.

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Giovanni Paganuzzi

Nel corso del 2017 sono stati importati in Italia prodotti del commercio equo per un valore di 13.876.657 euro da 193 organizzazioni di produttori. La maggior parte (88 produttori) hanno sede in Paesi asiatici, per un valore di 5.681.543 euro di prodotti importanti. Seguono i Paesi dell’America latina (74 produttori, 5.163.191 euro), l’Africa (29 produttori, 2.866.064 euro) e l’Europa (2 produttori per un valore complessivo di 174.902 euro).

Alle 200 botteghe attive in tutta Italia si affiancano tutti gli altri punti vendita più generalisti in cui è possibile trovare alcune delle proposte del fair trade. Le regioni con una presenza maggiore di organizzazioni di commercio equo e solidale sono la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna e le stesse hanno leggi regionali che supportano il settore da alcuni anni. Oltre alla gestione delle botteghe, i soci di Equo garantito hanno svolto nel corso del 2017 hanno svolto attività di formazione interna ed esterna per un totale di 7.258 ore e ha raggiunto più di mille studenti attraverso attività di formazione e sensibilizzazione.

Il rapporto è stato presentato in concomitanza con la giornata mondiale del Commercio equo e solidale (che si celebra in tutto il mondo sabato 11 maggio) è un’occasione per rendere visibile il risultato del lavoro di molte organizzazioni italiane e dei produttori partner che sono quasi 200 in tutto il mondo. “L’obiettivo di organizzazioni come la nostra è quello di supportare i soggetti che stanno facendo impresa in modo responsabile e promuovendo filiere eque in tutte le fasi produttive sostenendo anche progetti sociali delle comunità in cui lavoriamo – commenta Giovanni Paganuzzi. La giornata mondiale del Commercio Equo e Solidale è un’occasione per rendere visibile il risultato del lavoro di molte organizzazioni italiane e dei produttori partner che sono quasi 200 in tutto il mondo”.

10/05/2019

da www.altreconomia.it

Categorie:ECONOMIA E LAVORO
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