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Rete per l’Economia Solidale della Valdera – CARTA D’INTENTI

La presente Carta d’Intenti è stata discussa e concordata a cavallo tra i mesi di febbraio e aprile 2012 dai cittadini e dalle associazioni che hanno aderito al percorso di costituzione del gruppo, ed è stata aggiornata nel mese di maggio 2013 in vista della trasformazione del Comitato Organizzatore della Festa dell’Economia Solidale in Rete per l’Economia Solidale della Valdera.

 

RETE PER L’ECONOMIA SOLIDALE

DELLA VALDERA

Sperimentazioni di un altro mondo possibile

La Rete dell’Economia Solidale della Valdera è l’incontro di persone che ricercano un modo di vivere diverso da quello prevalente nella società contemporanea, che risulta insoddisfacente per la maggior parte degli abitanti del pianeta, una maggioranza cui non viene di fatto lasciata la libertà di poter scegliere.

I promotori della Rete ritengono che sia giusto e necessario ispirarsi a principi ed attuare comportamenti improntati ad equità, solidarietà, libertà, sostenibilità, partecipazione, pace e fratellanza, temi evidentemente non nuovi, bensì frutto di momenti tra i più significativi della storia dell’uomo.  In quest’ottica, l’”economia solidale” rappresenta un contenitore complessivo in cui confluiscono e si integrano una serie di visioni e azioni alternative che riguardano il nostro agire quotidiano, con l’intento di elevarle presto a nuovo sistema di riferimento.

Invece di rassegnarci all’idea di dover convivere con livelli di consumismo, individualismo e materialismo che vanificano qualsiasi tentativo di sviluppare sistemi economici sostenibili, dobbiamo essere capaci di riconoscere che queste non sono espressioni immutabili della natura umana, ma riflettono piuttosto le caratteristiche della società che abbiamo ‘costruito’ ed in cui viviamo. In un mondo in cui l’ideologia liberista è divenuta padrona assoluta del nostro immaginario, “economia solidale” può apparire ai più un ossimoro o un’utopia.  In realtà, dato che l’economia non è altro che un insieme di regole condivise per governare le relazioni tra gli uomini per la produzione e la distribuzione di beni e servizi, la qualificazione ‘solidale’ esprime la volontà di un numero crescente di persone di uscire da un pensiero dominante, che vede nell’interesse egoistico e privato il motore unico dei rapporti economici.  E’ ormai diffusamente riconosciuto che il modello di sviluppo capitalista sta fallendo, a causa della sua insostenibilità ambientale (occorrerebbero 5 o 6 pianeti come la Terra per far percepire i benefici dello sviluppo a tutta la sua popolazione) e sociale (i divari nella distribuzione dei redditi sono aumentati, sia nei singoli paesi che tra paesi diversi, generando pochi benestanti ed una moltitudine di persone al limite della sussistenza).

La questione ambientale richiede indiscutibilmente di essere governata su scala planetaria, ma rispetto ad essa assumono rilievo anche le scelte operate a livello locale: sviluppare la produzione diffusa di energie alternative, promuovere il risparmio e l’efficienza idrica ed energetica, realizzare strategie efficaci per la riduzione e differenziazione dei rifiuti, contenere la cementificazione dei suoli, incentivare nuove strutture e forme abitative (eco/bio-edilizia, cohousing), valorizzare le aree a verde pubblico, promuovere un’agricoltura sostenibile rappresentano obiettivi decisivi per la futura qualità della vita sul nostro territorio.

Attraverso la costruzione di una rete dedicata, vogliamo da un lato confrontarci con più persone su queste idee, dall’altro ricondurre ad unità una molteplicità di iniziative, progetti, movimenti e associazioni che, per vie diverse, cercano di rendere concreta una visione alternativa del modo di vivere e convivere.  Pensiamo così di rimettere in gioco e valorizzare quanto del patrimonio sociale, culturale e ambientale della nostra comunità locale rischia di venire sommerso dai processi di globalizzazione basati esclusivamente su logiche di profitto e di mercato senza regole.  Più concretamente, la rete dell’economia solidale:

  • rilancia all’attenzione di tutti l’importanza dei beni comuni, come l’acqua, il suolo, l’aria, l’ambiente, beni cioè di alto valore collettivo, essenziali per una buona qualità della vita o per la vita stessa, che incarnano un sistema di relazioni sociali fondate sulla cooperazione e sulla dipendenza reciproca;
  • ribadisce il rifiuto della guerra come strumento di regolazione dei conflitti e ripropone l’integrazione tra i popoli come strada maestra per un futuro di pace;
  • sostiene il commercio equo e solidale, basato su un approccio alternativo agli scambi di mercato, in modo da garantire ai produttori e lavoratori dei paesi in via di sviluppo un trattamento equo e rispettoso della dignità umana, in luogo dello sfruttamento cui sono sottoposti dalle aziende multinazionali;
  • ritiene necessario contrastare la corruzione, le mafie e le logiche si sopraffazione che dominano i territori dove esse si annidano;
  • promuove il consumo responsabile, capace di discriminare e quindi privilegiare ciò che viene prodotto nel rispetto dei diritti di chi lavora e dell’ambiente; in quest’area, una presenza importante è quella dei gruppi di acquisto solidale (GAS) che coniugano il sostegno alla produzione locale, in particolare dei piccoli produttori, con la promozione della salute legata ad una sana alimentazione;
  • presenta un sistema di finanza etica, alternativa rispetto a quella che conosciamo, rivolta a promuovere “il riscatto” delle persone con minori possibilità economiche anziché essere finalizzata all’incremento dei patrimoni dei detentori di capitale;
  • ricorda che il profitto non è il solo motore del mondo; esiste, e in misura particolarmente significativa nella nostra realtà, un vasto settore no-profit, che produce servizi anche essenziali attraverso forme cooperative e associazionistiche, caratterizzate dalla solidarietà e dalla partecipazione dei lavoratori;
  • vuole promuovere nuovi stili di vita e relazioni improntate al dono e allo scambio reciproco;
  • manifesta il valore dell’incontro tra le persone e della loro partecipazione alla dimensione pubblica e sociale della comunità, quali elementi essenziali per il benessere collettivo.

 

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